Come ogni anno, si ripropone la problematica sulla ripartizione delle quote tonno, spettanti all’Italia, che per il 2018 ammontano a 3.894 tonnellate, ripartite tra un numero massimo di: 12 imbarcazioni da autorizzare per la pesca con il sistema “circuizione (PS)”, 30 imbarcazioni da autorizzare per la pesca con il sistema “palangaro (LL)” e, 6 impianti da autorizzare per la pesca con il sistema “tonnara fissa (TRAP)”.
D’altronde, l’art. 16 del Testo unico ribadisce che “ogni eventuale incremento annuo del contingente di cattura di tonno rosso assegnato all’Italia, è ripartito, per una quota complessiva pari a non meno del 30% esclusivamente fra i sistemi di pesca del tipo palangaro, circuizione e tonnara fissa e fino ad un massimo del 70%, alla pesca accessoria o accidentale”.
Nell’arco temporale 2018/2020 si aumenteranno le quote di tonno rosso, una risorsa fondamentale per la pesca italiana che avrà un reale impatto sull’economia di molte marinerie del sud.
Il tonno rosso ha un valore commerciale elevatissimo, e anche pochi esemplari rappresentano, per una famiglia di pescatori, una possibilità di reddito e occupazione, consentendo di coniugare sostenibilità economica, ambientale e sociale, principio cardine della nuova Politica Comune della Pesca.
Redistribuire in maniera equa le quote tonno, e non riservare a pochissime barche -come avvenuto fino ad ora- ma fra i diversi sistemi di pesca con particolare considerazione alle imprese di pesca artigianale e alle tonnare fisse, aiuta a superare una situazione di quasi monopolio che vede oggi circa 15 imprese di pesca gestire quasi il 75% della quota tonno rosso nazionale, determinando un ampio divario tra il sistema della circuizione e quello del palangaro.
Il MIPAAF, con proprio decreto, dovrà ripartire la nuova quota di circa 600 tonnellate tra i diversi sistemi di pesca utilizzati in Italia.
Il Dipartimento Pesca della Regione Siciliana, prendendo atto degli esiti positivi del piano pluriennale di ricostituzione degli stock di tonno nell’Atlantico e nel Mediterraneo, e della decisione dell’ICCAT di rideterminare la quota pescabile di tonno rosso, ha avanzato al Ministero la richiesta di ripartizione della quota tonno rosso 2018, che ammonta a 3.894 tonnellate chiedendo di destinare circa un terzo della quota, circa 150-200 tonnellate al sistema del palangaro; circa 80 tonnellate da assegnare alla Tonnara Fissa di Favignana per il suo valore ambientale, antropologico e sociale; mentre il restante il 50% (circa 300 tonnellate) alla cattura accidentale di tonno rosso effettuata da tutte le imbarcazioni da pesca già autorizzate alla cattura del pesce spada, in tal modo l’aumento delle quote rappresenterà un’opportunità per molti pescherecci italiani evitando il dramma delle catture accidentali che comportano problemi non indifferenti per i divieti incrociati di cattura, rigetto e sbarco.
Negli anni trascorsi è stato applicato un discutibile principio giuridico di diritti delle imprese sul tonno rosso, in base al quale, un bene patrimonio della collettività internazionale sia stato considerato proprietà privata.
Se i parametri di ripartizione del 2018 – così come preannunciato- saranno gli stessi di quelli sanciti nel triennio 2015/2017, questo non renderà giustizia alle aspettative dei tanti palangrieri.
Il nostro sottosegretario si deve assumere tutte le responsabilità per un eventuale declino del settore, già pesantemente penalizzato.
Non è più il momento di illudere nessuno.